Da un documento del 1600 risulta che nel nostro territorio venivano coltivate soltanto poche viti, mentre in una cartina francese del 1806 si trova addirittura la zona denominata “alle vigne’.
La coltivazione era in prevalenza di uva americana e tutte le famiglie possedevano una piccola vigna per produrre il vino necessario all’intero anno.
Gia’ gli antichi coltivavano la vite: infatti Bacco era l’allegro Dio del vino presso i Romani. Questa bevanda, tenuta in grande considerazione, veniva usata nei riti propiziatori ed offerta in segno di amicizia; si diceva che desse calore agli infreddoliti, energia a chi lavorava e conforto ai vecchi.
Il consumo di vino era quindi una consuetudine, tanto da giustificare l’esistenza di proverbi come “A San Martino ogni mosto è vino”. Infatti, secondo un’antica leggenda, San Martino e’ anche il protettore del vino.
Si racconta che Martino, inseguito dai suoi nemici, trovo’ rifugio presso un contadino che lo nascose in una botte vuota della cantina. Anche tutte le altre erano vuote, perche’ le viti erano seccate.
Gli inseguitori vollero ispezionare tutta la casa del contadino compresa la cantina e, per accertarsi che le botti fossero veramente vuote, girarono le spine.
Come per miracolo, dalla botte in cui era nascosto Martino zampillo’ un vino profumato e vigoroso.
Tutti si ubriacarono e caddero in un sonno profondo; ma Martino usci’ asciutto dalla botte che per anni non si svuotò mai, nonostante si spillasse continuamente il vino (F.e G.Gallo – F.Monicelli La vite e il vino – ed. Paravia 1960)