Agricoltura

Fin dall’antichita’ l’agricoltura e’ l’attivita’ primaria dell’ uomo ed ha permesso il miglioramento della qualita’ della vita.

I primitivi, con la coltivazione dei campi, abbandonarono il nomadismo e si stanziarono in villaggi che si organizzarono sempre piu’, dando cosi’ l’impulso alla formazione delle prime vere comunita’ civili.

Un tempo i prodotti agricoli venivano utilizzati anche per il pagamento delle gabelle o barattati con quelli dell’allevamento. Infatti contemporaneamente allo sviluppo agricolo e grazie all’estensione di ampi pascoli, si formarono comunità di pastori nomadi che si spostavano con le loro mandrie e con le loro greggi, secondo le esigenze stagionali.

Il lavoro agricolo, duro e faticoso, fu dapprima eseguito con semplici zappe ed altri attrezzi che l’uomo costruiva per rimuovere il terreno.

Con l’andar del tempo, a causa soprattutto dell’aumento della popolazione, l’uomo s’ingegnò sempre di più per incrementare la produzione: si costruirono così i primi aratri in legno a cui seguirono quelli con vomere ed orecchio in ferro.

Altra innovazione importante fu l’erpice con punte in ferro per frangere le zolle e livellare la terra. Tali attrezzi continuarono ad essere perfezionati nel tempo fino ad arrivare a quelli dei nostri giorni altamente meccanizzati.

L’allevamento del bestiame, in particolare del bue e del cavallo come animali da tiro, fu di grande aiuto all’uomo nella coltivazione dei campi.

Da testimonianze tramandateci dagli antenati si sa che nel nostro territorio le colture agricole del secolo scorso erano pressapoco le stesse che si praticano ancora oggi e cioè cereali, foraggi, mais e patate.

Questi ultimi due prodotti non vengono menzionati nel libro “Dei Consegnamenti dei terreni di San Gillio 1603”; si presume pertanto che non fossero ancora conosciuti, perché troppo breve il tempo intercorso dalla loro scoperta ed importazione. Il mais fu infatti “scoperto” in America da Cristoforo Colombo nel 1492 e la patata fu importata in Europa soltanto nel 1570.

La canapa e il riso, scomparsi dal nostro territorio, erano invece coltivati come risulta da testimonianze orali e scritte. La canapa, ancora ricordata da alcuni Sangilliesi, e’ stata coltivata sino agli anni ’40 nella zona chiamata “Canavere” per un’estensione di 26 giornate piemontesi.

Il riso, coltivato nella regione “Vallunia” già intorno al 1600 su un terreno di 133 giornate piemontesi pari a ettari 50 circa, non e’ piu’ ricordato dagli anziani locali, anche ultra novantenni.

In quella regione l’acqua necessaria per allagare le risaie derivava dal Rivo Laiassi, dal Casternone e dal Rivo Crosa. Quest’ultimo non e’ altro che un ramo del Casternone che, dopo una breve deviazione, confluisce nello stesso.

RASTRELLO
E’ un arnese costituito da un’asticella dentata (tipo pettine) fissata ad un lungo manico in legno. Si usa ancora in campagna sia per raccogliere fieno e paglia che per smuovere e sminuzzare le zolle in superficie.
Questo attrezzo, come tanti altri, veniva costruito o riparato dal contadino durante la stagione invernale.
ZAPPA
E’ un attrezzo agricolo con lama in ferro collegata ad un manico di legno. La lama puo’ avere varie forme: piatta e larga, triangolare o trapezoidale, secondo il lavoro da compiere. Si usava e si usa per smuovere la terra, rompere le zolle, tracciare solchi, rincalzare le piante ecc…
MARTINICA
E’ un tipo di freno usato per i carri, costituito da una leva in ferro con un manico in legno. Quando si percorreva un strada in discesa, s’inseriva la leva dentro al foro di una barra posteriore del carro premendo fortemente sul manico; in tal modo si avvicinavano i ceppi delle ruote che rallentavano il movimento.
La martinica veniva usata anche per agire sul tornio del carro
CRIVELLO
E’ un grande setaccio che si montava su un trespolo formato da tre pali in legno legati insieme alle estremita’ superiori. Qui si appendeva il crivello nel quale si metteva il grano trebbiato insieme alla pula.
Seguendo dei gesti precisi e ritmati di scuotimento la pula, essendo leggera, si raccoglieva in superficie, mentre i chicchi di grano rimanevano sul fondo del crivello e potevano essere facilmente separati.
FORCA
E’ uno strumento in legno dotato di un lungo manico terminante con due o piu’ punte (come una grande forchetta). Era usato per sparpagliare o ammucchiare il fieno e la paglia, per inforcare le fascine di legna ed i covoni di cereali che venivano caricati sui carri.
GIOGO
E’ un arnese in legno che veniva sistemato in modo trasversale sul collo di due animali (buoi o mucche) per accoppiarli ed allinearli e permettere quindi ad essi una medesima andatura, in modo da facilitare il traino di un carro, erpice o aratro.
LACCI GIOGALI
Sono lacci di cuoio collegati a catene in ferro che venivano allacciati con un nodo alle corna delle mucche o dei buoi per aggiogarli. Erano poi uniti alla punta del timone del carro tramite un gancio fisso in ferro oppure un cavicchio sempre in ferro. Il giogo serviva per sostenere il timone e i lacci per rallentare il carro in discesa.
FALCIOLO
E’ un arnese con lama in ferro a forma di arco e manico in legno, usato dall’uomo fin dai tempi antichi per la mietitura dei cereali.
FALCE FIENAIA O FALCE MIETITRICE
Simile al falciolo ma con manico piu’ lungo, era l’arnese che veniva usato dal falciatore per tagliare l’erba durante la fienagione ed in particolare il grano. Le lame, per essere maneggevoli ed efficienti, necessitavano sovente di affilatura che si faceva con la cote, apposita pietra arenaria la quale, per conservare le sue proprieta’, veniva sempre tenuta immersa nell’acqua del portacote, contenitore in legno, portato di solito alla cintola dei pantaloni del falciatore. La falce mietitrice ed il falciolo avevano funzioni diverse: la prima serviva per recidere il grano che rimaneva coricato a terra, formando una lunga striscia; il secondo era adoperato dal mietitore per ammucchiare il grano tagliato contro una gamba (mentre con il piede dell’altra si spingeva) sino a raggiungere la quantità necessaria a formare il covone. In seguito i covoni legati ed accumulati venivano lasciati nel campo alcuni giorni finche’ la paglia fosse diventata ben secca. Infine si trasportavano nel cortile e si ammucchiavano in biche in attesa della trebbiatura.
COLLARE IN LEGNO
Serviva per legare ovini e caprini alla mangiatoia. Infatti nella parte inferiore del collare e’ infilata una catena in ferro con un nottolino.
COLTELLO PER SALASSI
E’ uno strumento tagliente di forma appuntita per fare salassi ai bovini, incidendo una vena superficiale.
CAVICCHIO
E’ un piccolo attrezzo in legno appuntito. Veniva usato a cuisa di uncinetto per legare il covone con il legaccio, che era costituito da due manciate di cereali ritorti.
SGRANATRICE PER MAIS
E’ un vecchio tipo di macchina a manovella. Serviva per staccare i chicchi gia’ essiccati dalla pannocchia e separarli dal tutolo.
TRAPPOLE
Sono arnesi di uso antico, quasi tutti a scatto, costituiti da una morsa o da una molla in ferro. Il contadino usava queste trappole per alcuni animali nocivi all’agricoltura, quali la talpa che, con le sue gallerie, danneggia orti, prati e campi; i topi che rosicchiano tuberi e radici; la faina e la volpe che distruggono i pollai. Alcune di queste trappole servivano anche ai bracconieri per catturare animali da pelliccia, evitando ad essi ferite che lesionavano il pelo. Oggi alcune di queste trappole sono severamente vietate dalla legge.